Tempesta perfetta

Epicentro Orlando

La strage di Orlando è destinata ad avere effetti sulla politica statunitense e non solo. Dopo dieci anni di mandato, la presidenza Obama è stata messa davanti all’evidenza per la quale l’America non è diventato un paese più sicuro. Alla Casa Bianca erano convinti che sarebbe bastato eliminare Osama Bin Laden e ritirarsi dall’Iraq per risolvere tutti i problemi relativi alla sicurezza. Oggi sono costretti ad accorgersi che non è stato così. L’escalation di Donald Trump nel Gop, mai gli consentisse di vincere le presidenziali, ha trovato un supporto fondamentale negli errori di valutazione e di impostazione commessi in questa lunga gestione di governo dei democratici, tale da esasperare gli umori dei cittadini statunitensi. Purtroppo Illary è ha pieno titolo parte della strategia di Obama in Siria e soprattutto in Libia ante Gheddafi. In America vi sono le premesse per una tempesta perfetta che investirà direttamente l’Europa. Anche nel caso in cui Cameron riuscisse ad evitare che gli inglesi il prossimo 23 giugno boccino l’Unione, il margine per il premier conservatore sarebbe comunque tanto ristretto da costringerlo alle dimissioni in favore del suo competitor Boris Johnson. L’ex sindaco di Londra sembra fatto apposta per andare d’accordo con Trump. Con l’Atlantico anche lo stretto della Manica si sarebbe allargato ed il vecchio continente si affaccerebbe giusto sul mare mediterraneo. Nel 1500 i territori del Marocco, Algeria, Libia, Siria erano parte della Spagna di Filippo secondo, per lo più considerati appendici dell’Europa. Non sarà qualche barriera anti immigranti a riuscire a separarci definitivamente da quelle terre e dalle loro popolazioni. L’Italia farebbe bene ad aprire gli occhi sulla realtà che si rischia di dover affrontare. Convinte di essere entrate in un ciclo positivo grazie al solo bipolarismo maggioritario, le nostri classi dirigenti hanno passato allegramente questi anni in uno scontro fra sinistra e destra senza nemmeno accorgersi dei tanti nazionalismi di ritorno e del probabile fallimento del progetto di democrazia europea che li alimentava. Con una tempesta perfetta Il contraccolpo per il nostro continente potrebbe riportarci indietro di quasi tre secoli. L’America ancora doveva avere una sua rivoluzione per ambire a diventare una grande potenza mondiale, l’Italia era un’insulsa realtà comunale.

Roma, 14 giugno 2016